La Storia



Verso fine 1700 viene costruita l'ala sinistra della masseria caratterizzata da muri spessi oltre un metro e soffitti realizzati con cilindri di terracotta con il fondo bucato: un soffitto ideale in quanto leggero, pieno d'aria per proteggersi dal caldo estivo ma anche con la possibilità di riempirsi di aria calda con il caminetto acceso e ricedere calore durante la notte: sono le camere 'Murgia' le più antiche di Lama di luna. Verso la fine del 1800 il Barone di Faivano decide di completare la struttura realizzando l'ala destra con pareti spesse ottanta centimetri e soffitti di putrelle e voltine di tufo calcareo, dando così la possibilità alle famiglie dei mezzadri di alloggiare nella masseria. Ogni stanza, di circa venti metri quadri, era la casa di una di queste famiglie ed era provvista di finestra e camino.



I quaranta fumaioli sui tetti ci danno la misura della comunità che dava vita alla masseria, laddove prima dell'alba si riordinavano gli spazi comuni e tutto doveva essere al suo posto al sorgere del sole quando cominciava l'attività nei campi. I coloni invece, il cui contratto non prevedeva la casa, si costruivano un ricovero con le pietre portate via dalle coltivazioni, realizzando le Casedd, cioè i trulli di Andria dove alloggiavano con l'asinello, utile nella coltivazione dei campi ma anche a tenere calda la casedd. A fine 1800 una grave crisi del vino costringe il Barone a vendere la masseria con circa 190 ettari al sig. De Bartolo, che a seguito della diffusione della fillossera nei vigneti riconvertiva i campi in mandorleti ed oliveti fino agli anni cinquanta, nel dopoguerra, quando il dr. Palasciano rilevava la masseria e la cedeva in affitto ai pastori coratini ed ai loro greggi. Questo momento segna l'inizio inesorabile del degrado della masseria, sia tra le mura che nei campi.



Nel 1991, innamorato della posizione e del paesaggio della bella masseria, la acquistavo e, liberata dai greggi e dai pastori, cominciavo un lungo restauro tra le mura e nei campi. Diecimila piante di olivo, diecimila piante di vite, duemila piante di mandorlo, mille di ciliegie, un pozzo artesiano profondo 535 metri e piantagioni di cereali ed ortaggi vari segnano la rinascita agricola impostata sul massimo rispetto della natura lasciando al paesaggio naturale gli altri cento ettari per lasciar pascolare le pecore



Una grotta carsica e decine di casedd in parte restaurate in una murgia ormai priva di coltivazioni ma ricca di essenze spontanee, odori naturali fiori orchidee spontanee, finocchietto, ferule, timo sono lì ad accompagnare l'ospite più sensibile in passeggiate indimenticabili. Realizzando una nuova stalla e nuovi magazzini agricoli ho avuto la possibilità di liberare la masseria e cominciare nel 2000 un lungo restauro che finirà nel 2003 per dare la possibilità ad ospiti di ogni dove di rivivere le atmosfere ed i momenti magici di un tempo.